Fontane di lava incandescente, eruzioni, boati e brontolii - l’Etna che domina la costa orientale della Sicilia è uno dei vulcani più attivi della terra, nonché fonte di ispirazione di leggende.
Anche se il vulcano siciliano ha un'attività elevata, ci sono incredibili opportunità per sperimentare la sua maestosità. Il vulcanologo Boris Behncke, che ha studiato l’Etna per 20 anni, vuole condividere i suoi studi sul vulcano per spiegare come esplorarlo in tutta sicurezza. Dopo averlo ascoltato ci si rilasserà davanti a un bicchiere di vino prodotto alle sue pendici.
Conosciamo il vulcanologo Boris Behncke
Boris è rimasto affascinato dai vulcani fin da bambino, quando al telegiornale vide l’eruzione del monte Eldfell del 1973, un vulcano situato sull’isola islandese di Heimaey. Oggi il vulcanologo abita a soli 20 km dal Monte Etna, scrive articoli scientifici, organizza escursioni e monitora costantemente ogni evoluzione del vulcano, raccontandoci che “negli ultimi decenni, l’attività è diventata molto più intensa, frequente, voluminosa ed esplosiva”.
Behncke, Boris
“negli ultimi decenni, l’attività è diventata molto più intensa, frequente, voluminosa ed esplosiva”.
Un’esplorazione Per Cuori Impavidi
C’è qualcosa di così potente nell’eruzione di un vulcano, un fenomeno naturale che ha sempre affascinato e incuriosito l’esistenza umana. Boris, è una di quelle persone che ne ha talmente subito il fascino da aver plasmato la sua vita in funzione di questo; conoscere da vicino un vulcano è un’occasione assolutamente da non perdere, basta solo farlo in sicurezza. E allora, allaccia le scarpe da trekking e assicurati che l’Etna non sia troppo minaccioso.
La previsione di un’eruzione vulcanica non dipende tanto dalla tecnologia quanto dai segnali emessi dal vulcano. “Alcuni vulcani producono segnali che noi interpretiamo come precursori dell’eruzione, poi fanno una piccola eruzione o magari nessuna”, spiega Boris. “Altri accelerano velocemente e i tempi di preavviso sono piuttosto brevi”. Ma quanto preavviso concede l’Etna? “Le eruzioni dalle bocchette sui fianchi della montagna sono generalmente precedute da chiari segnali settimane o mesi in anticipo, che lasciano intendere che accadrà qualcosa di importante”, racconta Boris. “Quindi, non preoccuparti di essere sorpreso il giorno stesso, poiché ci sarà tanto preavviso se qualcosa di importante starà per accadere!”
Un Vulcano da Tenere Sott’occhio
Proprio come un bambino capriccioso, quando l’Etna è arrabbiato, ce lo dimostra sfogandosi e lamentandosi a più non posso. Il compito di Boris è quello di monitorare i suoi segnali.
“Se vediamo un aumento dell’attività sismica, significa che sta succedendo qualcosa all’interno del vulcano. Misuriamo il modo in cui un vulcano si gonfia quando il magma spinge verso la superficie e monitoriamo le emissioni di gas, poiché vari tipi di gas vengono emessi quando il magma sale verso la superficie da diverse profondità. Teniamo sotto controllo anche l’emissione di calore e prendiamo campioni di roccia dalle ultime eruzioni”.
L’altro Volto dell’Etna
I visitatori meno atletici e coraggiosi possono comunque esplorare il vulcano salendo con una funivia sulla salita sud oppure a bordo di un curioso autobus a quattro ruote motrici che risale il suo lato nord fino a raggiungere i suggestivi crateri sommitali.
Il consiglio di Boris è quello di trovare del tempo per esplorare la zona anche a piedi. “Fai un’escursione e vivi i paesaggi lunari delle pendici più alte della montagna. I miei ricordi più preziosi sono le prime escursioni che ho fatto 20 anni fa sull’Etna, con l’allora mia futura moglie. Non quelle sulla cima, ma nella foresta sui fianchi della montagna, tra i coni e i crateri di diverse età e le colate di lava. E infine non dimenticare di assaggiare lo spettacolare vino che vi si produce”. Coloro che lo visitano in inverno, possono anche sciare o fare un giro con le racchette da neve attraverso i percorsi del monte per un’esperienza davvero unica.
Tante anche le storie e le singolarità che lo studioso ama raccontare: “Una curiosità sorprendente è che ogni anno l’Etna emette 700 chilogrammi d’oro. Come? In forma molecolare, quindi niente pepite, purtroppo, e nulla che possa essere catturato. Solo un piccolo regalo che il vulcano fa all’universo e che svanisce, prezioso, nell’atmosfera”.
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