Segnando il centenario dalla sua prima visita a Roma, una grande mostra che celebra la vita e l'opera dell'artista grafico olandese Maurits Cornelis Escher è stata inaugurata a Palazzo Bonaparte, nel cuore della città. Noto per le sue opere surreali che abilmente fondono matematica, scienza e design, il lavoro di Escher ha un'ampia attrattiva, guadagnando enorme popolarità negli ultimi anni. La più grande retrospettiva di Escher nella storia, la mostra presenta 300 opere, tra cui le rinomate "Mano con Sfera Riflettente" e "Metamorfosi II", ma anche l'intera serie di 12 parti "Notturni Romani" - un'ode al suo duraturo rapporto con la capitale italiana. Qui parliamo con Federico Giudiceandrea, curatore della mostra, sull'importanza di questa storica esposizione.
Cosa rende Escher così speciale e perché la sua arte ha avuto un’influenza così duratura?
Escher è un artista che più di altri ha colto lo spirito del 900’. Il secolo scorso è stato caratterizzato da grandi innovazioni scientifiche. Teorie come la relatività di Albert Einstein la fisica quantistica di Max Plank hanno rivoluzionato la nostra concezione del mondo. Queste teorie hanno messo in discussione oltre a concetti radicati come lo spazio il tempo anche l’esistenza stessa di una realtà indipendente dall’osservatore. La percezione della realtà si rivela fallace. La realtà non è più percepita solo come appare ma lascia spazio ai paradossi. Escher, come pochi, ha saputo occupare questo spazio, riuscendo a rappresentare nelle sue opere ciò che a prima vista appare reale ma che ad una osservazione più attenta non lo è.
Avete raccolto trecento opere per questa mostra: come avete fatto a trovarle? Può darci un'anticipazione su alcuni dei pezzi finora mai esposti che i visitatori potranno ammirare?
Le opere provengono dalla collezione della fondazione Escher integrate da opere provenienti da una collezione privata italiana. Molte sono le opere mai esposte ad oggi come una serie di acquarelli raffiguranti le sue famose tassellature del piano. Da segnalare inoltre l’esposizione della serie completa dei notturni romani, una serie di 12 xilografie realizzate a Roma negli anni 30.
Questa è la più grande collezione di opere di Escher mai vista: come siete riusciti ad organizzare una mostra di tale portata e perché avete scelto Palazzo Bonaparte come location?
In occasione del centenario dell’arrivo di Escher Roma, dove ha vissuto per 12 anni e che Escher considerava gli anni più belli della sua vita, questa grande retrospettiva, la più grande mai realizzata in Italia, meritava una sede di prestigio come quella di Palazzo Buonaparte.
L'Hotel de Russie e l'Hotel de la Ville sono partner della mostra e molti dei nostri ospiti vorranno visitare la mostra: come sperate si sentiranno dopo averla vista?
L’arte di Escher, le sue immagini paradossali, fanno ormai parte del nostro immaginario collettivo. La mostra ne ricerca le radici e ne fa vedere lo sviluppo. La nostra speranza e che alla fine il visitatore comprenda come quelle immagini, a lui già familiari, siano state create e si siano evolute fino a diventare iconiche.
Sappiamo che è sempre difficile scegliere, ma se doveste farlo, quale opera di Escher vorreste nella vostra casa e perché?
Metamorfosi II è certamente una dei grandi capolavori di Escher. In un ciclo metamorfico Escher rappresenta il divenire a partire dalla forma indefinita che attraverso la tecnica delle tassellature si trasforma in forme animate fino diventare ricordo del borgo di Atrani, il luogo in assoluto più amato, e quindi ritornare nell’indefinito.
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