La storia di Beatrice: un tour fiorentino a piedi

Rocco Forte Hotels

Si racconta che, alla tenera età di nove anni, il giovane Dante Alighieri si sia innamorato all'istante durante una sfarzosa festa del Primo Maggio a Firenze. Si crede che l’affascinante ragazza in questione fosse Beatrice Portinari, figlia di una nobile famiglia fiorentina. Beatrice Portinari pare sia stata la musa ispiratrice delle opere più celebri del poeta, anche se gli incontri con la ragazza possono essere considerati sporadici.

 

Sebbene fugaci, questi brevi incontri lo travolsero con una passione e una sofferenza così intense, da dare vita ad alcune delle più importanti opere di poesia italiane e a una delle figure femminili letterarie più importanti nella storia. Presentata per la prima volta ne "La Vita Nuova", Dante descrive Beatrice come "una divinità più forte di me; che arrivando, dominerà su di me". L'esplorazione dei sentimenti di Dante per Beatrice culmina ne "La Divina Commedia", dove lei lo guida durante parte del suo viaggio attraverso l'Inferno, il Purgatorio e infine il Paradiso. Leggi l’articolo per partire alla scoperta di un tour a piedi che ti porterà sulle tracce di due dei più famosi personaggi della letteratura italiana: Dante e Beatrice.

 

Palazzo Portinari Salviati, Casa di Beatrice

Si dice che questo sia il luogo in cui Dante ha visto per la prima volta Beatrice. La sua casa di famiglia si trovava in Via del Corso 6, dietro l'angolo della Chiesa di Santa Margherita dei Cerchi. Il suggestivo Palazzo Portinari Salviati apparteneva un tempo a Folco Portinari, il padre di Beatrice e il padrone di casa della sontuosa festa durante la quale presumibilmente nacque l'amore non corrisposto di Dante. Beatrice trascorse qui la sua infanzia e si pensa che si sia trasferita dopo aver sposato Simone de' Bardi. È probabile che Dante passasse spesso davanti al palazzo, sperando di vedere di sfuggita la sua amata Beatrice. Oggi, il rinomato edificio è stato trasformato in una serie di appartamenti di lusso.

 

Il Ponte Santa Trinità

Ammira l'ambientazione e l'ispirazione del variopinto ritratto di Dante e Beatrice, dipinto nel 1883 dall'artista preraffaellita Henry Holiday. Non è mai stato ufficialmente documentato che la coppia si sia effettivamente incontrata al Ponte Santa Trinità, eppure questo è un meraviglioso ritratto della loro fugace relazione, raffigurante la coppia che si incrocia proprio come potrebbe essere successo per ispirare le opere de "La Vita Nuova".

 

La Badia Fiorentina

A due passi dal Museo di Dante, la Badia Fiorentina è un'abbazia benedettina del X secolo, fondata nel 978 da Willa, marchesa di Toscana. Ritenuta la parrocchia di famiglia di Beatrice, la chiesa era un punto di riferimento per i fiorentini e i monaci locali che spesso si riunivano per realizzare a mano ogni tipo di oggetto d'arte, libri religiosi e manoscritti. Si pensa che la chiesa sia stata anche il luogo in cui Dante trascorse un periodo fondamentale della sua vita come priore nel 1300. Voci non documentate immaginano Dante incrociare Beatrice spesso in chiesa, e questa è anche famosa per essere il luogo in cui la Divina Commedia fu letta pubblicamente per la prima volta da Boccaccio nel 1373.

 

La chiesa di Santa Margherita dei Cerchi

Un altro luogo in cui si dice sia avvenuto il primo avvistamento di Beatrice da parte di Dante è Santa Margherita dei Cerchi, una delle chiese più antiche di Firenze e il luogo di sepoltura dei membri della famiglia di Beatrice. Si ritiene inoltre che la chiesa sia il luogo in cui si sposarono Dante e Gemma Donati. Qui, oggi, messaggi fantasiosi vengono lasciati per Dante e Beatrice da visitatori in adorazione, poiché la leggenda narra che lo spirito di Beatrice, in cambio di auguri, sia di buon auspicio per le vite amorose. In realtà, è nella Chiesa di Santa Croce che fu sepolto il marito di Beatrice ed è molto probabile che vi sia stata sepolta anche lei stessa. La chiesa funge da sede della Venerabile Compagnia di Quochi, un antico collettivo che fa anche parte dell'Associazione Fiorentina dei Cuochi.

 

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